Pubblichiamo un contributo inviatoci da W. in merito all’articolo pubblicato da varesenews.it: “Luvinate un paese bellissimo ma senza “cuore”. Un punto di vista interessante su cui riflettere per pensare insieme alla Luvinate che ci aspetta! Che ne pensate? Scriveteci a tretorri.luvinate@gmail.com
"Luvinate è vissuto dai luvinatesi. Forse non facciamo più la spesa in paese, ma solo perchè l'Esselunga è vicina e costa meno. C'è una pro loco attiva (do you know Luvonrock?), una squadra di calcio CSI che ha vinto le regionali, la Protezione Civile. E' un dormitorio per chi ci ha comprato casa ma vive altrove. I problemi? L'auto, la TV, la WII, Internet, il we al mare o "in corso". Gli stessi di tutte le comunità del 2011, e a livello di parrocchia o amministrazione locale c'è poco da fare". Direi che con la scelta di investire sulla scuola elementare l'amministrazione abbia fatto più che abbastanza. Le aree di aggregazione e le proposte ci sono, e sono abbondanti, semplicemente la gente non partecipa perchè non gradisce vivere in comunità. Ragazzi chiusi in casa davanti alla TV o alla WII, che non vedi mai al campo di calcio o al campo di basket dell'oratorio, a passeggiare sul sentiero 10 o a correre la sera al golf. Vicini di casa trasferitisi a Luvinate da anni che ancora non ti salutano, persone che arrivano in auto alla sera alle 21 e ripartono la mattina alle 7 senza nemmeno aprire le persiane, contro queste realtà non è costruendo e spendendo il soldo pubblico per l'ennesimo centro di aggregazione che si può combattere, si tratta di fenomeni sociali ben più grandi di Luvinate, e il "Parco del Sorriso" ne è la riprova. Quasi 400.000 Euro di indebitamendo della precedente amministrazione per realizzarlo, bella struttura, ricca di proposte e di eventi in estate, ma quanto e chi ha aggregato di Luvinate? Chi partecipava già, per il resto abbiamo visto tanta gente arrivare da fuori, parcheggiare, mangiare, comprare le mele o ascoltare la musica, e poi ripartire per la sagra del paese vicino.Ma in Pro loco a Luvinate i soci sono sempre meno, eppure il Parco e la struttura per gli eventi c'è. E cosa dire dei 200.000 Euro spesi poi per la creazione di una passeggiata nella zona sud del paese, sempre dall'amministrazione Borsani? Io ci abito vicino, e posso assicurare a tutti che non ci passano più di 2-3 persone alla settimana. E fanno 600.000 Euro di debito pubblico, che stiamo ancora pagando, e ricordiamoci che più debito uguale più tasse per tutti. L'allontanamento delle persone dalla vita sociale, dalle varie forme di aggregazione comunitaria e la tendenza ad un individualismo sempre più spinto è un fenomeno sociale globale, con il quale sta facendo i conti non solo la Chiesa Cattolica, l'Associazionismo di tutti gli ambiti e tipi (sempre meno soci CAI, sempre meno volontari Protezione Civile o Croce Rossa... ), non è certo una singola amministrazione locale o un singolo parroco che può invertire tendenze e fenomenologie di massa che vanno ben oltre i confini d'Italia. All'inizio pensavo di liquidare l'articolo su VareseNews come leggero, insipido e superficiale, ma leggendo i commenti dei lettori mi è venuto il dubbio che fosse volutamente provocatorio, e che in qualche modo volesse stimolare, in campagna elettorale, la discussione sul vero ruolo delle amministrazioni locali dei piccoli comuni (hanno ancora senso?) e soprattutto sull'opportunità di certe spese pubbliche. W.
Un "cuore" lo si crea certo a partire dalle strutture e dagli spazi. L'identità di Luvinate è la sua diffusa bellezza, fatta però di episodi che non trovano una sintesi o un elemento aggregante. Per questo l'Amministrazione uscente ha lanciato il "concorso di idee sulla città pubblica e la città degli eventi" proprio per individuare, con il supporto di professionisti, la soluzione migliore a questa richiesta. Detto questo, non basta avere un "cuore", occorre viverlo! E i momenti in questi anni sono stati tanti, tra Comune, ProLoco e Parrocchia. Certamente con l'entusiasmo e la partecipazione di ciascuno, Luvinate potrà continuare ad esserci con la sua identità e storia nella misura in cui ciascuno di noi proverà ad esserne protagonista. Proviamoci! Ale
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